Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #913

Torna alla pagina di ricerca

AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Odo con preoccupazione voci che volevo per sempre ignorare, scruto con apprensione segni nuovi ed eloquenti.

Ricordi universitarii: ebefrenia catotonia nevrastenia;

sgangherati pensieri ansimanti per tappe di insonnia nelle notti lunghe.

Mi fanno mutare ancora campo (questo si chiama Hart, ed è nel mezzo dell’Austria, e c’è là in fondo una linea verdazzurra di monti orlati dal colore più cupo dei boschi, da cui viene all’anima un odor di pascoli, albe dai rifugi, soste nell’andar vagando per i monti della patria), ma non muta il ritmo di amarezza di fame di orrore della comunanza coatta.

È mutata la stagione.

E già il sole arde sulle baracche torride, che si mutano in serre propizie al fiore della noia.

Il reticolato, campagna attediata sotto il cielo uguale, afa ed uggia nelle baracche ronzanti, sudore d’ozio, vuoto nell’anima e nel cervello.