Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #658

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

E anche oggi, morti su morti ha lasciato, nel bosco, nel pianoro scoperto, fra i sassi, contro i reticolati.

Le mitragliatrici radevano la trinceetta bassa sul cucuzzolo — ma appena il rischio s’allontanava, fuori le teste i miei alpini ostinati, a cercar il bersaglio.

E De Fanti teme che si siano radunati nemici in angolo morto sotto il reticolato, e balza in piedi fra una raffica e l’altra sulla trincea e butta — e colpisce nel vivo — bombe a mano lì sopra, barba al vento, decisione d’eroismo stampata sulla faccia.

L’altra notte udimmo gli urli delle donne di Enego, quando v’entrò l’austriaco — e De Fanti pensa a sua madre e alle sorelle rimaste nel borgo cadorino e una volontà inflessibile di vendetta gli segna la fronte.

Ahimè, ho paura che stamattina non si mangi, né ufficiali né truppa.

Il vecchio Gallina ha mollato mestolo e forchetta, ed eccolo quì alle fucilate, e dove mira, azzecca.

E Ceschin ha lasciato laggiù le casse di cottura ed è venuto a cercare un fucile, e quando io mi meraviglio di vederlo qui e gli faccio i miei elogi, mi guarda attonito, meravigliato lui della mia meraviglia.