Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #584

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

il fante non interessa gli onorevoli preopinanti.

E i tardi chiamati alle armi deprecano la sorte di venire a far parte della purpurea fanteria così prodiga di sangue;

e chi speculò il volo dei velivoli nemici dalle altane fiorite (è uscito adesso un libro di Ezio Maria Gray che si può definire il libro d’oro dell’imboscatura italiana) vuole anche lui il suo soldo di guerra e il suo nastrino sul petto.

— Diavolo — dice Romanin — costa più la vita in città che in trincea.

— Siamo figli di cani — dice il dottore — presi a calci da chi dovrebbe baciare le nostre pèste, e maledetti dai profeti.

E ci squinterna sotto il naso, edizione di Colonia apud Naulaeum, 1679, la profezia di Ezechiele, la maledizione del fante:

«Et projiciam te in terram, super faciem agri abjiciam te: