Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #515

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Allora trattative con quelli del martello perforatore, il permesso di farsi aggiustare le scarpe dal mio calzolaio e farsi dare un bicchiere di vino da Bordoli;

e loro cedono il carbone.

Le tireremo su, finalmente, queste baracche:

Prima però Da Sacco si deve costruire uno scalpello e una pinza, dopo si mette a fabbricar chiodi, senza testa, non importa, si lasciano battere lo stesso, come i generali (quelli austriaci, diciamo).

E la gelatina poi è un affar serio trovarla, ci dànno cheddite — ma poca — o quella polvere nera che è un disastro.

Ed è curioso veder un tenente con un pacco di cartocci di gelatina in mano, chissà dove gli ha trovati, insidiato, corteggiato, assordato di promesse perchè ne ceda un poco, come recasse con sè il più prezioso dei tesori.

Poi, perché le tavole mancano, si decide di tirar su i muri.