Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #418

Torna alla pagina di ricerca

AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

E allora dopo pranzo, lemme lemme, i subalterni se la battono, lascian solo il maggiore, piombano alle nostre mense a prendere il supplemento.

Senonché un giorno che s’era a riposo il maggiore parte per Enego, motivi di servizio, cede il comando del battaglione a Busa.

Ed allora, à priti, cantina gelosa dello Stato Maggiore:

Tutti gli ufficiali della 300.a, poi quelli del battaglione Val Dora ospiti, i miei subalterni invitati anche loro, tutti dentro al baracchino angusto dello Stato Maggiore, bicchieri pieni, brindisi, vino sulle carte d’ufficio, vino nella tromba del grammofono, Gagliotti racconta una marcia della compagnia Baseggio che la metà erano ubriachi e lui più di tutti, il cappellano del Val Dora vuol rubar le tavole per il suo baracchino, Gallina dice atterrito che il vino è finito, viene il capitano Agazzi delle mitragliatrici bianche e blù con il suo tributo di fiaschi;

in un angolo della baracca, indifferente al frastuono, il furiere pesta infaticabilmente sulla macchina da scrivere al lume d’un candelino vacillante.

La sera dopo me la son vista brutta, andando da Busa che m’ha invitato a mangiare i gnocchi.

Sulla strada di Campofilone una raffica improvvisa, crepitante di mitragliatrice, proiettili che battono sulla strada a due passi da me, un momento di fifa folle, perché pazienza in linea, ma essere a riposo e buscare una pallottola che non si sa da dove venga: