Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #236

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

All’alba urli d’attacco, di vittoria, di morte, nel buio.

Allarme sconnesso, poi un viso segnato di sangue che annuncia la cosa.

Il presidio della 2003 è sopraffatto, gli austriaci son qui, il medico telefona che son già alla sua grotta e che si ritira, inutile richiamarlo al telefono, non risponde più, un altro soldato arriva e spiega come è scampato, dopo esser già stato circondato.

— Ghe go piantà la baioneta nela pansa a un, qual altro lo go butà zo per la Valsugana, e mi son qua.

Ci si acconcia a disperata difesa a pochi metri dal nemico.

Ed ecco, ancora una volta, tutte le batterie dell’Austria su questi brandelli di compagnie, e urli di colpiti, e gemiti senza fine, senza fine.

Non ci si può muovere più.