Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #87

Torna alla pagina di ricerca

AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Il telefono ogni cinque minuti si spezza, e subito dopo riprende.

Merito di questa squadretta di guardiafili del genio che sono eroici, un caporale e pochi uomini, sempre fuori a cercar la rottura, anche su quel lordaio di neve del passo dell’Agnella dove c’è più buche che piano, soli, senza ufficiali, senza orgoglio di mostrine al colletto — due ci hanno già lasciato la buccia, e gli altri continuano, e vien la voglia, ogni volta che vengono a domandare di provare se adesso si parli, vien la voglia di mettergli sulla testa il cappello con la penna — perché se lo meriterebbero.

A sera, la 297.a, d’impeto, attacca, vince, riprende la quota 2003.

E, subito il capitano Ripamonti domanda rinforzi.

C’è una compagnia — trenta uomini — d’un altro battaglione.

Su.

Poi per racimolare altri quattro gatti da portargli, snido dai sassi, dalle balme qualche soldato senza reparto, che attende la notte per rientrare: e non trovo altra ingiuria più sanguinosa di questa, per scuoterli: