Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #1581

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Anche le bieche pareti a picco hanno la loro festa, barbaglii scivolano sul gelo che il vento v’ha appiccicato;

e scompare ogni sozzura intorno a noi, trincee, camminamenti, parapetti nel loro candore ingenuo sembrano inadatti alla guerra, ma trama leggiadra di sentieri per una fata imbrillantata che si rechi alle cupole di cristallo della sua dimora.

Sei tu, fata crucciosa, che crolli le tue armi di gelo sui sudici uomini che ti lordano il palagio trinato:

Già la chiarità dell’aria risveglia il cecchino, alletta l' artigliere del Cupola, la neve ritorna eloquente di peste, di buchi, di macchie;

sulla neve riappaiono le pisciate, il sangue e i solchi del bastone.

E allora s’aduna la molle insidia della valanga in alto e romba a valle con un ululio tragico;

inopinata, impreveduta, illogica, non dove abeti spezzati la facevano presagire, ma per nuovi cammini, sulle baracchette, sui ricoveri dove la necessità di guerra li ha costruiti.