Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #1498

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

la sua saggezza ci ha fatto dimenticare la storia di Edoardo il Temerario.

Che se alcuno credesse che Edoardo sia stato chiamato temerario per l’impresa che anch’egli, nelle sere in cui la potenza del vino lo fa loquace, suole narrare ai conducenti raccolti a novellare nel sentore stallio del tabià, se alcuno così credesse sarebbe in errore.

La storia del soprannome è d’assai più antica.

Da allora ha intrecciato ai suoi baffi di bel furiere molti fili bianchi, bianchi come i peli della coda di Tomàtico con cui il conducente s’è fatta la catenina da orologio, bianchi come le chiome di Pupo, il più canuto alpino dell’esercito italiano.

E c’entra la donna.

E se la narrassi, il buon Edoardo non mi manderebbe più su la grappa.

E poi mi condurrebbe fuori di strada, chè novellare di donne è troppo tentante cosa nelle sere di veglia, e le fantasie s’accorano di tenerezze bionde, e ognuno persegue nei camminamenti del suo cuore una traccia odorosa di ricordi.