Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #1353

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Già.

Quando la nostra artiglieria da Caorìa spara sulle loro posizioni, gli austriaci, non sapendo con chi prendersela, se la prendono col Cauriòl, che è già individuato.

Più individuato di così si muore.

E ogni giorno Da Rui aumenta il suo bottino di bossoli da 152 e di corone da 321 che vende per cinque lire ai capitani della Divisione che arrivano fino al Comando di battaglione) — nelle pause dunque del bombardamento i buoni alpini ridivengono i minatori, gli scalpellini, i carpentieri del tempo di pace.

Cunicoli serpeggiano già dentro la montagna, ogni plotone si fa il suo;

baracchette sorgono, pensili gabbie aggrappate alla roccia, terrazzini vertiginosi da cui spiare l’arrivo della corvè.

E chi dice che noi facciamo a meno del Genio: