Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #1271

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

cominciamo a grattare la roccia col piccone, a forarla con i pistoletti, a sventrarla con le mine;

dentro, bisogna entrare, nel vivo della montagna sconvolta, per avervi riposo un giorno, per avervi pace una volta, per dormire un poco tranquilli.

Ma allora le mitragliatrici cominciano ad agucchiare in fretta nell’oscurità, e ricuciscono infaticabilmente con fili di morte i lembi della notte che la granata squarcia.

Comandare il plotone sulla cima voleva dire morirci, come il bravo Morandi, o per lo meno restare feriti.

Ogni giorno uno se ne andava.

Adesso c’è il sergente maggiore Silvestri che ha più fortuna.

E stanotte, durante l’attacco notturno, s’è difeso bene, con i suoi vecchi.