Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #764

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

E allora il sole rosso nel corpo, calore nelle idee, spiare con più ottimismo se la sera si decida a rabbuiare questo cielo lucido percorso da un sole più neghittoso di quello che obbedì a Giosuè — e se no, e se ci attaccano prima di buio, cercheremo almeno di accopparne parecchi, per dar tempo al tempo, chissà che intanto la Divisione possa mettére in salvo tutte le sue scartoffie.

Finché, a sera, a drappelletti, giù a rotoloni per il bosco buio, adunata a Malga la Costa di là dalla valle;

sicuri delle spalle chè ce le difende Garbari da Trento, che ha voluto per sè quel posto pericoloso perché — dice — conosce bene i posti.

Brucia anche Bieno.

Chiarore nuovo infatti s’aggiunge a quello che dilaga dal fondo valle, luminosità più cruda che atteggia fantasticamente i tronchi dei boschi e ingigantisce profili delle montagne.

La ritirata si compie fin’ora indisturbata, sotto un gelo sottile di pioggia che formicola nel corpo, inzuppa le coperte, grava il cappotto;

— marcia opprimente, dolorosa, chè lassù sulla cresta nera contro il cielo di rame s’abbandonano senza necessità di combattimento le linee munite, le baracchette, tutta una vita tumultuosa di due mesi trascorsi a fortificarsi ed a punzecchiare il nemico.