Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #548

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Salutiamo le ultime case.

Salutiamo gli ultimi borghesi.

Salutiamo le ultime donne.

Di sesso feminile, lassù, non ci sarà che la Regana o la Miesnotta o qualche altra muletta irrequieta.

Degan e Ferracin, salutate le ultime osterie, dove non è vero che prendevate la balla, come dicono i profani, ma ritrovavate con l’aiuto d’un litro di rosso tante cose buone smarrite, il letto, i piccoli, la casa, la speranza di tornarci dopo la guerra, i compagni della miniera, gli scherzi da recluta.

E salutiamo la dolce primavera, che rifiorisce di mandorli la valle e sposa le campanule ai reticolati di seconda linea e intenerisce di musco le rocce.

Lassù, dietro le trincee bianche, fra 1 camminamenti candidi, fra le molli insidie delle nevi ritroveremo l’intatto inverno, che incide con puro stile le linee dei monti e abbassa dinanzi alle piccole guardie il sipario della nevicata.