Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #485

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

(Questo vuol dire che domani la faranno partire improvvisamente, allarme notturno, nemmeno il tempo d’asciugare le scarpe, per qualche altra quota dove un piccolo posto sarà stato sorpreso o una pattuglia nemica osservata, ma questa è la storia di tutti i giorni.).

I soldati sfilano con le damigiane, i fiaschi, la gavetta colma di vino, le castagne arrosto nella pentola.

Il povero bottino di guerra.

Da Borgo a Marter la via è segnata da una scia di rosso sulla neve.

All’appostamento delle mitragliatrici del Feltre a Ponte del Zaccon c’è il posto di ristoro;

quei ragazzi hanno tirato fuori una botte, l’hanno scoperchiata, tutti i soldati che passano ricevono il viatico della tazza piena di vino.

Sfilata nera nel grigiore crepuscolare della neve e della nebbia, cumulo di tedio e di silenzio, umidore di freddo all’agguato tutto il giorno sulle giubbe penetra ora dentro.