Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #422

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Ma che i me manda a copar todeschi, i me manda, e ghe vago tuti i dì, e ghe vago de punta col tascapan pien de bombe.

Ma no i staga a farme far da soldà de la teribile.

E le scheggie del tronco massacrato dai colpi stizziti partono come scheggie di bomba tutt’attorno.

Stasera mentre si beveva del Torcolato pagato dal dottor Cimberle che ha preso cappello perché gli hanno rubato dalla stanza una bella stampa antica che lui aveva portata via a un conducente che se l’era arrangiata in un villa bucata come un crivello (ma questa la racconteremo un’altra volta), mentre dunque si beveva e si cantava Come porti i capelli bella bionda, io li porto alla bella marinar, Campari ha ricevuto l’ordine di portare tutta la nostra compagnia — forza 58 uomini — di rinforzo al battaglione Feltre che sta maluccio in quel di Marter.

E fuori, nella notte e nel fango, a brancicar nel buio, con i soldati assonnati, verso le linee.

A Marter, Campari si presenta al Maggiore.

— Bene — dice il Maggiore.