Voci della Grande Guerra

Perché la Germania non può vincere? Perché non l’abbiamo ancora vinta? Perché la vinceremo? Frase: #39

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AutoreSalvemini, Gaetano
Professione AutoreIntellettuale, storico, politico
Editores.n.
Luogos.l.
Data1918
Genere TestualeDiscorsi
BibliotecaBiblioteca comunale di Livorno
N Pagine Tot20
N Pagine Pref
N Pagine Txt20
Parti Gold1-20
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

e questi Stati, essendo fallito il programma di staccare l’Austria dalla Germania, non possono essere che la nuova Romania e la nuova Serbia.

L’Italia non può conquistare — e quel che è più importante — conservare Trieste e l’Istria e il dominio militare dell’Adriatico, se non esclude del tutto dalle rive dell’Adriatico l’Austria, avanguardia della Germania.

E l’Austria non può essere esclusa e tenuta lontana dall’Adriatico, se tutta la compagine territoriale austriaca non è smembrata e utilizzata ad aumentare le circostanti organizzazioni nazionali antigermaniche.

Questo smembramento — ed è quel che più importa per la pace generale del mondo — è realizzabile senza che sorgano nuove cause di lotte, bensì con la liquidazione di moltissimi odii antichi, sol che si lascino funzionare liberamente quelle forze nazionali centrifughe, da cui è stato sempre più profondamente sconnesso, attraverso il secolo XIX, l’Impero degli Absburgo.

Giuseppe Mazzini, il grande idealista, il quale appunto come tutti i grandi idealisti ha avuto un istinto storico assai più squisito di tanti politici sedicenti «realisti» educatisi alla scuola del cinismo bismarckiano, — Giuseppe Mazzini ha avuto sull’Austria, quando l’Austria sembrava ancora destinata a sfidare i secoli, una intuizione originalissima, di cui oggi possiamo controllare la profetica genialità:

ha affermato che i destini dell’Austria sono intimamente connessi coi destini della Turchia, e la vita nuova d’Europa non sarebbe entrata nell’Impero turco senza sconnettere e demolire anche l’Impero d’Austria.

E, infatti, il problema austriaco e il problema della Turchia d’Europa ci si presentano oggi intimamente associati.