Voci della Grande Guerra

Con me e con gli alpini. Primo quaderno Frase: #69

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AutoreJahier, Piero
Professione AutoreScrittore, poeta
EditoreLibreria della Voce
LuogoFirenze
Data1919
Genere TestualeMemorie
BibliotecaUniversity of Toronto Library (Internet Archive)
N Pagine Tot192
N Pagine Pref
N Pagine Txt192
Parti Gold[58-83] + [5-57] + [84-194]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Siccome la gioia della novità è finita e la gavetta puzza, che brillava siccome viene ogni sera l’ora del pastore che ciascuno ritrovava il suo focolare; e non sanno staccarsi dalla soglia borghese quando balla il ramino alla catena; e cantano non si sa di dove tanto accorati - divido con loro le consolazioni del militare:

«Ora dal buio della nostra privazione guardiamo a quella vita di prima, quando dormivamo nel letto delle nostre lenzuola marcate e la sposa accanto, anzi più accanto possibile, vero;

e ci sembra che non abbia consolazioni questa vita, come quando si arriva nella città nuova che si cerca lavoro e non si conosce nessuno.

Ma, senza pensare che qualche volta l’uomo può fare di più, separato dalla donna, come l’amico di Sommariva che stava un mese senza toccar donna per vincere al tiro e anche la donna può fare di più liberata da qualche uomo che il sabato invece di paga portava sbornia e legnate, vi dico che ci sono le consolazioni di questa vita, le consolazioni del militare.

Bisogna conoscerle e saperle godere.

E la prima consolazione è proprio questa privazione che ci fa apprezzare il minimo bene.

Chi più ha e più vorrebbe avere, e non è quieto un minuto;