Voci della Grande Guerra

Delenda Austria Frase: #38

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AutoreSalvemini, Gaetano
Professione AutoreIntellettuale, storico, politico
EditoreF.lli Treves
LuogoMilano
Data1917
Genere TestualeDiscorsi
BibliotecaBiblioteca Polo Umanistico Università degli Studi di Salerno
N Pagine Tot58
N Pagine Pref
N Pagine Txt58
Parti Gold[15-30] [1-14] [31-58]
Digitalizzato Orig
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

l’Austria-Ungheria è il solo Stato, in cui la gerarchia cattolica faccia tuttavia parte dell’amministrazione pubblica, e conservi molti degli attributi della sovranità medievale.

In Austria i rapporti fra Chiesa e Stato sono tuttora regolati da un Concordato, che risale al periodo della reazione succeduta alla rivoluzione del 1848, e crea nello Stato un vero e proprio condominio delle autorità civili e delle autorità ecclesiastiche.

Per la dinastia absburghese e per la burocrazia, che ne discende, la religione cattolica è uno strumento normale, non solo di amministrazione interna, ma anche di politica internazionale.

L’aizzamento dei clericali croati contro i croati liberali e contro i serbi ortodossi e contro gl’italiani è stato in quest’ultimo mezzo secolo una vera e propria funzione di Stato, in tutti i paesi slavi e italo-slavi dell’Adriatico, in cui clero, e polizia, e magistratura, e scuola, ed esercito, si sono data la mano.

La stessa guerra attuale contro la Serbia, contro la Russia, contro l’Italia, per parte del basso clero e del popolo delle campagne austro-ungariche, è una crociata religiosa contro gli scismatici e i miscredenti, piuttosto che guerra d’imperialismo tedesco-magiaro.

Ecco perché il disfacimento dell’Austria-Ungheria a tutto profitto di una Romania e di una Serbia e di una Russia ortodosse, e di un’Italia e di una Boemia liberali, sarebbe il maggiore disastro — non del sentimento religioso cattolico, che è estraneo a certi calcoli — ma del vaticanismo gesuitico e politicante:

il maggiore disastro dopo la formazione dell’unità italiana e dopo la separazione fra Chiesa e Stato in Francia.