Voci della Grande Guerra

Lettere al re: 1914-1918 Frase: #128

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Professione Autore
EditoreEditori riuniti
LuogoRoma
Data1973
Genere TestualeLettere
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine Tot166
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Parti Gold[81-111] [64-80] [112-166]
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Non si fa altro che piangere

[ Pavia, 25 maggio 1916 ]

Sire, è già da un anno che la guerra arde incesantemente e non vi è nessun principio di pace.

Ò tre fratelli sotto alle armi ed è da undici mesi che si trovano al Fronte.

Le prime sue lettere che mandavano erano tutto di conforto per noi, viceversa ora quando si legge le sue lettere non si fà altro che piangere.

Uno dice che è stanchissimo, l’altro non ne può più e l’altro dice che è meglio la morte piuttosto che essere al fronte in questi giorni.

Maesta, Ella che è padre di famiglia conoscerà l’amore di un genitore verso un suo figlio, e ne intenderà anche il dolore che può provare un genitore sentendo un suo figlio che si augura la morte perché stanco della vita.

Questo non basta, per commuovere il cuor vostro bisognerebbe che sentisse tante volte le voci di bambini della più tenera età che chiamano suo padre e tante volte piangono per la fame.

Sì per la fame:

Come può fare una donna mantenere i 3 o 4 figliuoli con quel misero sussidio che gli danno al modo che ora è aumentata la vita:

Come fare addunque se questa guerra esistesse ancora una buona quantità di tempo:

Si commova dunque il cuore vostro su queste mie misere parole ed interceda a noi la pace tanto sospirata.

Aggradisca intanto i miei ossequi e in anticipo i miei più sensibili ringraziamenti se esaudirà le mie preci.

Se non per me almeno per tanti bambini inocenti ed anche per compassione di quei giovani che sul fior della gioventù sacrificano la sua vita sul campo di Battaglia.

Non oso sottoscrivermi ma li assicuro di avere solo 14 anni e sapendo che i miei poveri fratelli si trovano negli ultimi estremi di sua vita io mi rivolgo a Lei speranziosa di essere esaudita.

Compatisca la calligrafia, gli errori la poca gentilezza che uso, ma non posso fare di più essendo pochissimo istruita.

Ho se almeno queste mie misere parole vallerebbero di commuovere il vostro cuore chissa qual contento ne procurerei.

Loro signori tutti birboni...

[ Padova, 28 maggio 1916 ]

Signor re, basta tanto macello di carne umana, lei e tutta la sua famiglia dovrà pagare il fio di tanti patimenti di tante spose, madri sorelle e figli, che ora sono tutte prive dei loro cari, piangono sempre e queste lagrime gridano vendetta su lei sua famiglia e camera tutta.

Loro signori tutti birboni sono in salvo i nostri poveri tuti al macello.

Ma è preparato una congiura anche per loro, grossi in grandi palagi e moriranno a fil di spada come fanno morire nostri sposi fratelli e figli.

Vergognosi è ora di finirla, ladri tutti che ci rubano i nostri sostegni di famiglia, ci tocca soffrire tutto privazione di persone e soffrire la fame:

Birbone lei, Cadorna e tutti i deputati della camera, che volete far morire tutti i poveri, che i signori richiamati sono tutti in buoni posti è ora di finirla non capite:

volete conquistare la terra e ammazzare i cittadini:

Birboni tutti ma presto noi tutti che soffriamo facciamo rivoluzione dapertutto, vecchi donne e bambini.

Dite voi signori di amare la patria ed intanto distruggete chi la rende grande e gloriosa.

Ucciso la gioventù e molti padri di famiglia chi lavorerà la terre italiane:

invece della guerra se aveste avuto buon senno avreste fatto lavorare tante terre incolte, e cosi far sfamare i poveri, ma no birboni, li volete ammazzare:

ladri che siete tutti che reggete la nazione.

Un padre che ama i suoi figli non cerca di ucciderli per acquistare terra, lei invece si proclama padre della nazione...

che padre è:

barbaro crudele infame:

verrà anche a lei la maledizione, perirà lei tutta la sua famiglia e il birbone Cadorna.

E la faccia finita che è ora, basta ladroni, sanguinari che siete di carne umana, basta la guerra così infame e ingiusta.

Questo è un avviso il resto verrà poi:

à capito:

Siamo tutti stanchi donne bambini uomini anziani, perché voi altri siete: traditori malfattori della nostra bella Italia.

Prima si diceva fiore d’Europa ora invece lutto pianto e morte per causa dei Signori, dei deputati.

Cadorna e lei bel re che ha firmato meritano la fucilazione, ma se non termina la guerra è finita anche per loro birboni tutti...

Mi ha capito:

parlo a nome di quei tutti non solo...

basta basta maledetti...

Nelle trincele alla tribulazione di morte...

[..., maggio 1916 ]

Sua Accelenza Maesta Re il povero disperato che presenta questa letera, per disqutere le sue raggioni.

trovandosi tutti li uomini chiamati sotto le armi a casa si trova li padri vecchi, e li ragassi di tenera età, e donne e molte di vedove coi bambini picini, senza nesuno che guadagna un peso di pane, con la paga che si tira dal governo non si può vivere, trenta centesimi i bambini e sesanta le donne, li generi sono cresciuti molto assai, e perciò le povere creature gridano dala fame.

Quando che i poveri e i poveri contadini si presenta in una botega per comperarsi qualche cosa di sustentamento il cameriere rispose con tale superbia verso questi poveri tutto anno cresciuto per la cagione della guerra ed ecco il vantagio dei poveri contadini, perso i figli che sono ala tribulazione, che sparge il sangue su quel Fronte e perde la vita e lascia le madri vecchi, le moglie coi bambini angosciate che piangono disperatamente senza nesuno che lavora la tera, io vorrei dimandargli al consiglio della camera quelli primi che anno inventato la guerra se questa è maniera di far guerra, nele sacre scriture si lege ma non si trova una desolazione compagna, quei Generali superiori che comanda a quei povei soldati li manda suso come un capo di pecore a fare un macello, vole andare avanti e avanti non si può andare e poi davanti l’onipotenza di Dio non si va.

Quei Generali ha un buon comandare perché loro resta indietro a mangiare e bere al salvo e manda avanti i poveri soldati ga anno familia da mantenere senza nesuno che lavora la tera, povere familie orfane dico la verità che la se una desolazione questo è il modo di distrugere il mondo.

Lei Sua accelenza Maesta Re non prende cosienza di avere milioni e più milioni di soldati nelle trincele alla tribulazione di morte giorno e note al fredo neve piogia borasce al ciel sereno, in più granate che fischiano mitragliatrice fucilerie il nemico che sta sempre per tradire giorno e note in meso ai spaventi, ala tribulazione al patibolo di morte, le moglie a casa che piangano disperatamente povere familie orfane senza nesuno che la lavora la tera.

Sono 12 mesi che lavora il gioco dela guera e nesun vantagio si vede altro che una perdita di povera gioventù che anno dovuto lasiare le madri i padri le moglie i bambini ala desperazione.

Adeso incontrando questo e state senza uomini che lavora la tera, al ghe dimanda pure a quei che anno inventato la guera come che si può andare avanti.

Dice Gesù Cristo che se non farà termine i re questa guera, farà termine Idio Onipotente perché sono stanco di questa distruzione

scrive una persona ignota.

Non sarà mai gloria per una nazione inneggiare alla Guerra

[ Milano, 15 luglio 1916 ]

Vogliate leggere con attenzione queste righe sino alla fine e badate che questo è forse uno degli ultimi avvertimenti;

poi seguiranno subito i fatti, se non si vedranno trattative di disarmo generale.

Il sangue italiano bolle già fin troppo, non so come si abbia potuto essere quieti finora.

Ora però si è al colmo, bastano ancora poche goccie per far traboccare l’immenso calice pronto a qualunque sacrificio, per la rivendicazione di tante migliaia di vittime innocenti.

Il modo con cui si metteva in ridicolo la pace in un articolo apparso giorni or sono sui giornali ha inasprito ancor più gli animi ed ha alimentato ancora più il fuoco di agire una buona volta.

Colui che scrive queste righe (e ce ne sono migliaia che pensano come lui) non parla perché sia un germanofilo, oppure un austriacante, parla in nome dell’umanità e della giustizia.

Ogni giorno che passa si persuade sempre piu dell’inutilità della guerra.

La guerra attuale non ha uno scopo santo, come certi pazzi e mostruosi assassini pretendono.

Lo scopo santo di oggi è quello di mettere al più presto possibile in pratica i fatti per distruggere, attentare alla vita, trucidare quelli che alimentano questa carneficina, uccidere i pazzi, i mostruosi, gli assassini, i vigliacchi, gli inumani promotori di questo massacro e più che inutile macello.

Per esempio.

È forse fermezza di carattere, oppure si attribuisce a valore quel mostruoso e satanico puntiglio del Kronprinz di cercare di andare a Verdun:

Assassino per un suo ambizioso capriccio fa delle migliaia di vittime innocenti.

Non è forse uno scopo santo di rivendicare questi innocenti col far ricadere questa immensa colpa sul responsabile di questa carneficina:

Soldati, cittadini, tutti pensano che è venuta l’ora ormai di mettere a posto queste pazze teste di governatori di popoli.

La più che pazza idea di far passare a della gente umana degli inverni sulle Alpi nevose, dove migliaia di innocenti gelano e muoiono dal freddo non è forse una mostruosità senza limite:

È inutile fare del sentimentalismo, non sarà mai gloria per una nazione di inneggiare alla Guerra, a meno che i governatori di tali nazioni non siano delle teste pazze come quella di un D’Annunzio, che sente l’impulso di fare delle poesie davanti ai dolori sconfinati ed atroci che offre un campo di battaglia.

Se tutti imitassero la vita di questo così detto poeta, ve ne sarebbero di spostati al mondo.

I mezzi di addivenire ad amichevoli accordi sono molti, senza mettere in campo milioni di vittime innocenti.

Tutti oggi dicono che se si chiedesse di offrire delle somme per comperare a peso d’oro il territorio che si vorrebbe, tutti indistintamente offrirebbero persino l’intero loro patimonio per la grandezza della patria, ma bisognerebbe cessasse subito il fuoco, gli orrori di una guerra.

Si è stanchi, si vuole la fine di questo macello.

Si comprende sempre più l’inutilità di questa guerra.

Oggi per esempio la Russia ed il Giappone sono le potenze le più amiche del mondo.

Perché i mostruosi governatori di quel tempo hanno fatto quell’orrenda guerra:

Come oggi sono venuti a trattati mediante parole, discussioni, perché a quel tempo si è voluto spargere cosi tanto sangue:

Morte, morte ai Governatori, ai Ministri dei Governi, la colpa dello spargimento di tanto sangue è vostra.

Lo abbiamo giurato che anche Voi finirete nel V. stesso sangue.

È ora di finirla.

L’Inghilterra l’adulatrice non fa nient’altro che vantar il valore dell’esercito italiano e cerca di tirare le cose più a lungo che può, perché essa à tutto il guadagno di accappararsi i mercati.

Vigliacca, assassina.

L’attentato del suo Generalissimo mentre si recava in Russia fu molto ben riuscito e ciò non basta.

Se continua nella sua egoistica idea, vedrà che cosa si avrà.

Non sarebbe forse più dignitoso per essa di astenersi subito dalla carneficina e di impiegare questi uomini a lavorare per la grandezza veramente della patria.

Ogni guerra non fa grande una patria, ma bensì lascia delle conseguenze pessime e l’odio contro tutti i governatori.

Si è stanchi, e se ne ha abbastanza del sangue sparso.

Migliaia di persone sono pronte a qualunque sacrificio, e lo hanno giurato, di adoperare qualunque mezzo a costo anche della propria vita, pur di far cessare questo macello.

La vita data in questa occasione ha veramente uno scopo sacro.

Si è persuasi che questa guerra non verrà mai decisa dalle armi.

I ministri quando sono stanchi oppure capiscono di aver fatto cose mostruose, oppure perché hanno ricevuta in lettera anonima che presto verrà attentata alla loro vita, danno le dimissioni, adducendo a ragioni di salute.

Cosi fece l’assassino Ministro Salandra.

Perché fu attentato pensò subito di dare, con dignità però, tacendo la vera causa, le dimissioni.

Ma l’odio contro di lui c’è ancora, come già lo si è informato, e l’ora verrà tremenda anche per lui e così per tutti i suoi figli.

Si è giurato di finire la sua famiglia.

E lo si farà.

Per Dio che lo si farà.

Si vuole il disarmo, assolutamente non si vuole più sapere di continuare a lungo questo macello.

La vita dei Ministri, dei Governatori, i dirigenti il n. Governo, sono in serio pericolo.

Il terreno per modo di dire è già molto ben minato ed ancora una volta si ripete che è ora di finirla, altrimenti si metteranno in esecuzione i fatti, i quali cadranno sui ministri, sulle loro famiglie, specialmente sui loro figli senza misericordia.

Queste non sono semplici minacce.

Gli Italiani non minacciano inutilmente.

Quando si era stanchi della Guerra libica si è pur attentato alla vita del Re.

Se oggi si continua saranno molte le vite attentate.

Se anche i primi colpi non dovessero riuscire nell’intento altre migliaia di persone seguiranno l’esempio.

Lo hanno giurato.

Per l’amore della n. patria ancora una volta si fa noto ancora una volta queste cose.

Se queste minaccie non avranno effetto, allora seguiranno i fatti ed allora sarà un’epoca tremenda orribile per i Governatori.

Ad Atene hanno fatto bene a tentare di bruciare tutta la famiglia reale.

Anche noi tenteremo di trucidare tutte le famiglie dei pazzi ed assassini dirigenti il Governo.

Il sangue italiano bolle.

Si ripete ovunque è ora di finirla.

Questa scandalosa macellazione storica:

[ Siracusa, 21 luglio 1916 ]

Maestà:

per scrupolo di coscienza comunico alla Vostra Maestà il provvedimento segreto preso definitivamente dalla segreta organizzazione delle madri siciliane che hanno perduto chi 2 e chi anche 4 gioielli di figli in questa scandalosa macellazione storica:

Vergogna:

Il deliberato è semplice ed inderogabile:

Sono le madri ingramagliate eternamente pei figli perduti che lo hanno sottoscritto ed organizzato con lacrime sante di sangue e cioè che ove la guerra si protraesse ancora per oltre due mesi, a partire dal 1° agosto imminente, due infallibili palle colpirebbero a morte sicura Vostra Maestà e Cadorna simultaneamente:

Vogliamo subito la pace:

Ciò serva di regolare governo per Vostra Maestà:

Le madri sono stanche di piangere figli diletti e innocenti assassinati dal volere di coloro che non misurarono le conseguenze funeste di tanta orribile carneficina:

Basta, vi diciamo ed ordiniamo noi madri esacerbate da tanto strazio delittuoso:

Basta e non vi permettiamo continuare a fare scannare altri figliuoli che ci rimangono della classe del 97 la cui chiamata di simili ragazzi segnerà la esecuzione che non ammette dilazioni per Vostra Maestà:

appena indetta tale chiamata le due palle colpiranno voi e Cadorna.

Non si abusa così e tanto lungamente della virtù dei popoli:

La chiamata della classe 1897 chiuderà questa pagina di storia vergognosa pei nostri posteri:

Siamo finora 912 madri votate a tutto:

Basta vi ordiniamo:

Basta::

Cessi la carneficina spudorata:

..., 31 luglio 1916

Maestà:

Se avete cara la vita, fate cessare questo fragello, questa carneficina, questa barbarie, questa distruzione dei nostri figli e dei nostri mariti:

Altrimenti ve lo diciamo prevenendovi:

il popolo che soffre la fame, che muore di dolore e di inedia per l’enorme rincaro dei viveri, quel popolo appunto affilerà le armi contro di voi, e la vostra corona, ve lo ripetiamo sarà infranta:...

Cessi la carneficina spudorata: …

Che il sangue dei nostri cari grida vendetta...

Oramai è tempo di finirla per dio:...

I promotori

Non fare il sordo...

[..., 2 agosto 1916 ]

Ancora vi scrivo.

Portano i giornali per confondere la popolazione che piance sotto le vostre vergognie che mai vi conoscete con i vostri ministri, rovinato l’intera Italia.

Comandate a spargere il sangue dei nostri figli dei nostri fratelli per fino dei nostri padri perché:

Che cosa acquisterete:

Un nulla di terreno il quale non vale neanche per la millesima parte del sangue che si sparge e che già si è sparso.

Non vorrei più dirvelo poiché dovreste capirlo.

Vi conoscete d’essere un uomo:

Siete degnio di essere figlio del padre:

Capo d’una potenza:

Se ciò vi credete dovete vergognarvi di ciò che non dovremmo dirvi altrimenti se volete continuare il vostro pensiere ci vogliamo dichiarare anarchici poiché quelli solo sanno conoscere la vergognia di voi sovrani che con vostro indegnio onore continuate a seguire speriamo che non a lungo si smuova il popolo così disfare la nostra patria nell’indegnità di te svergognato Vittorio Emanuele che te stesso non ti conosci la tua vergognia.

Rispondimi sul giornale che di nuovo ti ripeto di non fare il sordo.

Comprendi:

Un buon arivedersi

[ Modena, 22 agosto 1916 ]

Il 15 del 15° mese di combattimento.

Sua Maestà esendo già quindici mesi di guerra ora noi ne siamo stanchi di questa guerra di questa distruzione ora lo facciamo avvertito che se non si decide di finirla non passerà molto tempo che la sua vita ne avrà fine.

Lo riveriamo e un buon arivedersi.

Temete le rivoluzioni siciliane

[..., 3 settembre 1916 ]

Vittorio Emanuele III la Massoneria, Palermo, Messina, Catania è indignata della carneficina, del modo come i vostri ignoranti ufficiali portano al macello tanta gioventù italiana senza un profitto.

Bisogna dirlo Salandra portò l’Italia allo sfacelo.

Vi avvertiamo che vi negheremo il nostro aiuto e prepareremo la rivoluzione e temete le rivoluzioni siciliane.

Lo sapevate che l’Austria era un osso duro e dovevate prepararvi prima.

Il Ministero attuale è formato di traditori.

Il giardino di sangue...

[..., 4 settembre 1916 ]

Sua Maestà mi perdona se prendiamo libertà a scrivere le notizie che sta svolgendo nell’Italia.

Benché 14 mesi che siamo in guerra non abbiamo altro, che fatto aumento di vittime e feriti, ecco la vittoria:

Ma come mai Sire siete stato convinto a questa teribile guerra:

alla quale avreste dovuto evitarla:

Voi direte che è stata la Nazione che la voluta, e vi rispondiamo che la colpa è vostra che la avete sottofirmata.

E gli entusiasti che la volevano, voi come supremo potevate anche castigarli, invece che gli ascoltasti e dopo cominciato la guerra ben pochi son andati al fronte ano preso tutti i più sicuri nascondigli che questi da soli doveste mandarli al fronte e farli gridare ancora.

Chi dunque sacrifica le vite:

Sono tutta povera gente che col sudore avevano mantenuto l’Italia il giardino dell’Europa ed ora Voi e la Camera coi parlamenti come gli contracambiate:

Il contracambio che gli avete fatto avete ridotto il giardino di sangue e di dispiacere e disperazione.

Ed ora quei che anno gridato (odiamo la guerra) e che Voi non gli ascoltaste anno giurato se questa guerra non sarà breve dicono che breve sarà la vostra vita.

Noi vi avissiamo e non volessimo che di voi questo succeda ora sta a voi.

Con rispetto Vi salutiamo.

Questa ingiustissima guerraccia...

[ Vercelli, 13 ottobre 1916 ]

O sovrano crudele, è ora di finirla o altrimenti la tua vita è in pericolo:

bada, una banda sta sulle tue orme, ha sete del tuo sangue da parecchio tempo perché tu fai tanto sangue spargere agli innocenti;

tante fiamiglie soffrono nel lutto e nel dolore, ormai disfatte.

Perché permetti si commettano così crudi cose:

Tu perché non hai provato questi dolori la pensi una cosa da niente, ma quante povere creature muoiono per te — assassino che non sei altro.

La più bella proposta è questa — o dentro Novembre è firmata la Pace o la tua vita ci rimette — senza cuore che sei.

Finiscila e non mai più fare cose simili.

Se questa orrenda guerra dovesse continuare ancora fino a dicembre ricordati che verso gli ultimi di novembre tu più non esisti.

Non provi tu dunque quei dolori crudeli:

no, tu non sai cosa sia dolore perché non lo provasti, ma potresti provarne uno e poi più.

Bada:

Il tuo popolo è stanco, sta per rovesciarsi addosso a te con furore.

Te ne avverto malfattore peggio di qualunque altro.

Pensa alle migliaia di famiglie che hai rese infelici, o stupida persona:

Vedi a quali condizioni ài ridotto il tuo popolo: senza più niente di buono da mangiare con i generi a prezzi insopportabili.

Pensa a un rimedio:

l’unico è la fine di questa ingiustissima guerraccia, o infame re:

Ancora una volta e più:

presto la tua vita è troncata:

è un colpo che non può fallire.

Il rimedio sta nel deciderlo tu.

Attento stai:

Il tuo popolo