Voci della Grande Guerra

Kobilek: giornale di battaglia Frase: #169

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AutoreSoffici, Ardengo
Professione AutoreScrittore, pittore
EditoreVallecchi
LuogoFirenze
Data1919
Genere TestualeMemorie
BibliotecaUniversity of Toronto Library (Internet Archive)
N Pagine Tot206
N Pagine Pref
N Pagine Txt206
Parti Gold7-28 (22)
Digitalizzato Orig
Rilevanza1/3
Copyright

Contenuto

E qui ancora in loro compagnia mi rendo conto, dopo un’esperienza di due anni di vita militare, di quanto sia ingiusto e vano il confinarsi, come ho fatto io, in un circolo di gente che fa il nostro proprio mestiere; fra artisti, poeti, filosofi, o sedicenti tali.

Questa guerra avrà insegnato a molti di noi, uomini partigiani, membri di élites discutibili, quanta umanità, bellezza, spontaneità di vita e di sensi si trovi oltre i nostri confini artificiali, fra i componenti, poco vistosi ma non per questo meno degni, di quella massa che è poi quasi tutta l’umanità e che noi battezziamo in blocco e con disprezzo: borghesia:

Ci sono poi delle figure caratteristiche fra questi colleghi:

l’aspirante Borgo, per esempio, giovanottone piemontese, tutto cordialità e ingenuità, pronto a qualunque incarico, un poco esaltato dall’avventura guerresca, e di cui è difficile dire se agisca con un tal quale eroismo o con una candida incoscienza.

Il lato carratteristico della sua natura è che anela di menar le mani a ogni costo.

Questa passività che c’è imposta, non sa capirla, e ogni tanto non può fare a meno di dimostrarlo con atti inconsulti d’audacia, con qualche infrazione agli ordini ricevuti o con l’uscire in frasi come queste:

«È inutile: