Voci della Grande Guerra

Lettere di combattenti italiani nella grande Guerra (vol.1) Frase: #31

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Autore
Professione Autore
EditoreEdizioni Roma
LuogoRoma
Data1935
Genere TestualeLettere
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine TotL, 195
N Pagine Pref50
N Pagine Txt195
Parti Gold9-51
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

.... Non creda, mamma cara, che se il lavoro mi obbliga spesso ad inviarle una sola e semplice cartolina, io la dimentichi, anzi, in quei giorni che non scrivo, la penso più intensamente e mi perseguita sempre la preoccupazione che ella, non avendo mie lettere, stia in pensiero.

Oh: non posso, nè saprei dimenticare colei che mi diede la vita, che m’incamminò tanto saggiamente in questo sentiero, che allietò i miei giovani anni colle sue cure, col suo affetto.

Per me «madre» significa «venerazione» e non so concepire affetto più santo, più bello di questo.

Adesso quella madre più grande, la Patria, ci richiede dei sacrifici che noi dobbiamo sempre con animo sereno accettare, ma verrà il giorno ch’essa, non avendo più bisogno di noi, ci restituirà liberi alle nostre famiglie e sarà allora che io potrò dimostrarle quale sia il mio affetto, quale la mia venerazione.

Coraggio;

ancora un po’di sacrificio, mamma adorata, che l’alba rosea della nostra novella vita non tarderà molto a sorgere.

Dalle grigie montagne che mi circondano, che solo la possente voce del cannone sa far vibrare, il mio pensiero si libra nell’aria greve e vola verso il mio tetto natio, cercando fra le stanze sonanti del vivace grido infantile del mio nipotino, la mamma, quella mamma buona, affettuosa, dei miei sogni giovanili.