Voci della Grande Guerra

L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra Frase: #183

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AutoreCroce, Benedetto
Professione AutoreIntellettuale, filosofo, storico
EditoreLaterza
LuogoBari
Data1950
Genere TestualeSaggio
BibliotecaBiblioteca di Area Giuridico Politologica "Circolo Giuridico" dell'Università di Siena
N Pagine Tot358
N Pagine Pref
N Pagine Txt358
Parti Gold207-226 (20)
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

— quel vigore militare e politico, che, sposandosi ai concetti liberali e nazionali, onorò le armi della nuova Italia nel '59 e nel '60, e che oggi, di tanto maggiore per la partecipazione dell’intera nazione, garantisce le nostre frontiere e si avanza nel territorio nemico, — trapassi intatto, e anzi accresciuto, nelle nuove classi sociali.

Allora queste si dimostreranno, col fatto, mature a prendere la direzione dello Stato;

e l’onore nazionale, la cultura, la civiltà, l’intelligenza, i valori prodotti da una lunga storia, saranno affidati a nuove ma buone mani, e ogni cuore generoso non si dorrà dei miseri e transitori «interessi privati» (ossia «decaduti», allora, a «interessi privati»), che potranno essere sacrificati, come ogni giorno, per cause diverse, vengono sacrificati.

Quelle future classi governanti avranno, dunque, vigore solo in quanto sapranno raccogliere l’eredità di vigore politico e militare dell’esercito, che ora combatte per la fortuna d’Italia;

ed io, collocandomi come ho fatto, con la maggiore obbiettività, nel punto di vista socialistico, non riesco ad intendere come si possa mai ora, da parte di socialisti, desiderare o tentare di distruggere un patrimonio di forza, del quale dovrebbero aspirare ad essere eredi, e che perciò bisognerebbe, invece, che essi si adoperassero a difendere e concorressero ad accrescere.

Ma i fatui immaginano sempre che la società e il mondo siano una pasta molle, che essi potranno rimpastare e foggiare da capo a lor modo, coi loro piccoli cervelli e le loro inabili dita:

24 settembre 1917.