Voci della Grande Guerra

L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra Frase: #174

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AutoreCroce, Benedetto
Professione AutoreIntellettuale, filosofo, storico
EditoreLaterza
LuogoBari
Data1950
Genere TestualeSaggio
BibliotecaBiblioteca di Area Giuridico Politologica "Circolo Giuridico" dell'Università di Siena
N Pagine Tot358
N Pagine Pref
N Pagine Txt358
Parti Gold207-226 (20)
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

di che sono prova le grandi meraviglie udite testé, quando si è appreso che il Marx parlava a volte quasi militarista e pangermanista.

E sono sciagurati irriflessivi e leggieri, ai quali non tocca altra sorte (quando il loro cuore è migliore della loro testa) che di recitare a precipizio un atto di contrizione, come è accaduto al signor Hervé.

Sette anni or sono, assai prima della guerra, assegnai le ragioni per le quali mi pareva che il movimento socialista fallisse, dappertutto, alle aspettazioni, riassorbito nei movimenti nazionali, e ne recai a prova, tra l’altro, la fusione dei socialisti tedeschi con lo Stato germanico, che poi la guerra ha confermata.

Ma, poiché le previsioni hanno, tutte, valore mediocre, attribuirò mediocre valore anche a quella mia, e farò per un momento l’ipotesi opposta, cioè quella del trionfo, più o meno prossimo, del socialismo, del suo trionfo non efimero, beninteso, ma durevole.

E sotto quali condizioni questo trionfo sarà durevole, e reale in Italia:

Sotto quest’unica: che quel vigore militare e politico, che fu un tempo della nobiltà subalpina, dei patrizî veneti, dei borghesi di Firenze, e, dirò pure, dei napoletani che sconfissero a Velletri gli austriaci, si armarono in massa contro i francesi, riconquistarono ai loro re la Sicilia nel '48, e non indegnamente li difesero sul Volturno e a Gaeta;

— quel vigore militare e politico, che, sposandosi ai concetti liberali e nazionali, onorò le armi della nuova Italia nel '59 e nel '60, e che oggi, di tanto maggiore per la partecipazione dell’intera nazione, garantisce le nostre frontiere e si avanza nel territorio nemico, — trapassi intatto, e anzi accresciuto, nelle nuove classi sociali.