Voci della Grande Guerra

L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra Frase: #150

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AutoreCroce, Benedetto
Professione AutoreIntellettuale, filosofo, storico
EditoreLaterza
LuogoBari
Data1950
Genere TestualeSaggio
BibliotecaBiblioteca di Area Giuridico Politologica "Circolo Giuridico" dell'Università di Siena
N Pagine Tot358
N Pagine Pref
N Pagine Txt358
Parti Gold207-226 (20)
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Nientemeno che questo:

sta redimendo in modo definitivo il popolo italiano da una taccia quindici volte secolare.

Sta provando cioè col fatto, che il popolo italiano ha raggiunto ormai la compattezza nazionale e politica, la cui espressione è la forza dell’esercito.

E basta, io credo, enunciare questo significato della presente guerra perché sia chiaro a ogni uomo ragionevole, a ogni animo sano, il sommo valore dell’opera che sta compiendo, rispetto alla quale nessun sacrificio si dirà mai troppo grande, nessuna persistenza poco remuneratrice, e nessuna eventuale debolezza sarà mai scagionabile della taccia di vero e proprio tradimento verso i più alti interessi nazionali.

Se anche, per modo di dire, con la presente guerra non si conseguisse da noi altro risultamento che quello di poter guardare a fronte levata, da pari a pari, gli altri popoli del mondo, il guadagno non solo morale, ma politico, sarebbe immenso.

Le generazioni venture benedirebbero sempre la generazione che l’ha sostenuta e compiuta, come noi benediciamo quelli che, coi loro sforzi, il loro martirio, il loro sangue, dettero all’Italia la libertà e l’indipendenza.

Né c’è in queste parole, per trite che possano suonare agli orecchi, la povertà del sentire, che si avvolge in logore frasi: