Voci della Grande Guerra

L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra Frase: #108

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AutoreCroce, Benedetto
Professione AutoreIntellettuale, filosofo, storico
EditoreLaterza
LuogoBari
Data1950
Genere TestualeSaggio
BibliotecaBiblioteca di Area Giuridico Politologica "Circolo Giuridico" dell'Università di Siena
N Pagine Tot358
N Pagine Pref
N Pagine Txt358
Parti Gold207-226 (20)
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

LA GUERRA ITALIANA, L’ESERCITO E IL SOCIALISMO.

Debbo cominciare col ricordare ai lettori che io non mi sentirei, in coscienza, degno di sedere nelle assemblee che i cosiddetti «interventisti» ancora convocano nel terzo anno di guerra, perché, prima della nostra dichiarazione di guerra, ero notoriamente «germanofilo», come allora si diceva, ossia «triplicista».

Debbo anche ricordar loro che, durante la guerra, ho continuato, e contino, a difendere quanto di vero e di sano è nella scienza e nel costume tedesco;

e ne ho avuti vituperî dai più, ma lode da quei pochi ai quali solamente indirizzavo le mie parole, e nonostante i vituperî (del resto, ormai assai attenuati), persevero anche oggi in quest’opera, che stimo dignitosa e apportatrice di forza;

— e posso fare ciò con tranquilla coscienza, perché non mi è passato mai per la mente che alcuno dubitasse sul serio del profondo e geloso sentimento patrio di chi non solo ha l’onore di appartenere al Senato del Regno, ma, prima anche di questo, era ed è scrittore italiano.

Le mie tendenze triplicistiche diventarono, com’è naturale, antiquate con la dichiarazione di guerra del maggio 1915;

e, d’allora, le ho salutate come si salutano tante cose che entrano nell’ombra del passato, e che non si vedranno mai più.