Voci della Grande Guerra

L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra Frase: #104

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AutoreCroce, Benedetto
Professione AutoreIntellettuale, filosofo, storico
EditoreLaterza
LuogoBari
Data1950
Genere TestualeSaggio
BibliotecaBiblioteca di Area Giuridico Politologica "Circolo Giuridico" dell'Università di Siena
N Pagine Tot358
N Pagine Pref
N Pagine Txt358
Parti Gold207-226 (20)
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Paura che, confesso, è in me alquanto scemata, dopo il grande beneficio recatoci dalla Russia, che non è già l’aiuto che le loro armi ci porsero nella primavera del 1916 (ricambio di quello nostro della primavera del 1915 e ricambiato una seconda volta da noi nell’estate del 1917), ma l’avere mostrato, con tremendo esempio, a che cosa conduca il rovesciamento della scala dei valori sociali.

Credo che l’esempio opererà perfino sui socialisti italiani i quali, checché si possa dire di loro, sono pure italiani, cioè appartengono a un popolo affinato e reso cauto da secolari esperienze, e non terrebbero, credo, a titolo di onore di essere chiamati «membri dei Soviet».

Suo aff.mo B. Croce

XXII

LA GUERRA ITALIANA, L’ESERCITO E IL SOCIALISMO.

Debbo cominciare col ricordare ai lettori che io non mi sentirei, in coscienza, degno di sedere nelle assemblee che i cosiddetti «interventisti» ancora convocano nel terzo anno di guerra, perché, prima della nostra dichiarazione di guerra, ero notoriamente «germanofilo», come allora si diceva, ossia «triplicista».

Debbo anche ricordar loro che, durante la guerra, ho continuato, e contino, a difendere quanto di vero e di sano è nella scienza e nel costume tedesco;