Voci della Grande Guerra

L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra Frase: #67

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AutoreCroce, Benedetto
Professione AutoreIntellettuale, filosofo, storico
EditoreLaterza
LuogoBari
Data1950
Genere TestualeSaggio
BibliotecaBiblioteca di Area Giuridico Politologica "Circolo Giuridico" dell'Università di Siena
N Pagine Tot358
N Pagine Pref
N Pagine Txt358
Parti Gold207-226 (20)
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Ora io non intendo dir verbo che suoni ingiurioso all’on. Giolitti, perché ho per massima che gli uomini politici possono essere combattuti, e anche aspramente, e magari con l’ingiuria, dagli uomini politici; ma che chi è fuori della politica attiva non deve scagliar loro, come pur troppo si usa, vituperî, che sono iniqui perché vengono da irresponsabili.

Nessuna ingiuria, dunque;

ma è un fatto che, nel leggere il libro dell’austriaco, io ho pensato che la sua tesi è, in fondo, la stessa del recente discorso al Consiglio provinciale di Cuneo.

E questa coincidenza mi è parsa la più grave critica di quel discorso, del quale (pur concedendo le migliori intenzioni nell’oratore) è difficile disconoscere la non buona efficacia nei disordini di Torino e nel fermento che si è notato in altre parti d’Italia.

Ma, passando di pensiero in pensiero, io ho anche riflettuto che i giornali conservatori e liberali, indulgendo a un’enfasi rettorica certamente simpatica, vengono da un pezzo descrivendo un fatto che non esiste, e rischiano di crearlo (ossia di crearne le cattive conseguenze), a forza di descriverlo:

press’a poco come il Balzac, a furia di descrivere nei suoi romanzi ammobigliamenti di bric à brac, fece sorgere la moda del bric à brac, e non giovò certo al buon gusto moderno.

Il fatto, che non esiste, si compendia nella frase, che vorrebbe essere piena di senso profondo ed è insulsa: