Voci della Grande Guerra

L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra Frase: #32

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AutoreCroce, Benedetto
Professione AutoreIntellettuale, filosofo, storico
EditoreLaterza
LuogoBari
Data1950
Genere TestualeSaggio
BibliotecaBiblioteca di Area Giuridico Politologica "Circolo Giuridico" dell'Università di Siena
N Pagine Tot358
N Pagine Pref
N Pagine Txt358
Parti Gold207-226 (20)
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Dopo la guerra, facendo tra gli altri bilanci anche il bilancio intellettuale, se qualcosa dovrà segnarsi nella partita dell’attivo, in questo qualcosa noi avremo avuto la nostra parte, e da ciò trarremo legittimo compiacimento.

Ma sopra un altro punto insistemmo sin dal principio: sulla ferma difesa da opporre costantemente contro cosa che è peggiore della depressione e dell’ozio mentale, perché non trascura solamente e lascia deperire quanto si era prodotto di bene e di utile, ma direttamente lo attacca e corrompe, e uccide perfino i germi dormenti delle messi future.

Intendiamo accennare all’abito che si formò subito dappertutto in Europa, e che invalse anche in Italia (ma qui non più che altrove) di sofisticare la scienza stessa sotto pretesto di rendere servigio alla causa della patria.

Al che noi contrapponemmo immediatamente l’aurea massima: che tutto sia doveroso dare per la patria, salvo la moralità e la verità, che non sono cose che appartengano agli individui e di cui perciò questi possano a loro grado disporre.

Per la quale sacrosanta massima, da noi non iscoperta ma solamente ricordata, è accaduto che giornali e volumi (anche questa volta non solo italiani ma forestieri) ci hanno messi in un fascio, e accomunati nello stesso vituperio, con l’autore del Jean-Cristophe, divenuto autore dell’Au-dessus de la mêlée.

Ma a noi non è mai saltato in mente di metterci «au-dessus de la mêlée» nel senso dell’ottimo Romain Rolland, il quale si è fatto fulminatore di rimbrotti e pedagogo di giustizia a tutti i popoli di Europa che combattono, e tutti li biasima e li ama alla pari;

sibbene solamente abbiamo procurato di metterci, o piuttosto di restare, au-dessus de la mêlée nel campo teoretico e scientifico, perché l’arte e la scienza, a quanto finora ci si era detto, sono appunto le due forme con le quali lo spirito umano esce di continuo e si mette in perpetuo di sopra alla mélée o tumulto della pratica.