Voci della Grande Guerra

L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra Frase: #27

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AutoreCroce, Benedetto
Professione AutoreIntellettuale, filosofo, storico
EditoreLaterza
LuogoBari
Data1950
Genere TestualeSaggio
BibliotecaBiblioteca di Area Giuridico Politologica "Circolo Giuridico" dell'Università di Siena
N Pagine Tot358
N Pagine Pref
N Pagine Txt358
Parti Gold207-226 (20)
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

In giornali e in libri, e non solo italiani ma forestieri, si è stampato che noi avevamo consigliato ai giovani italiani di non darsi pensiero della guerra e di scrivere, durante la guerra, «libri di archeologia»;

e il vero è che abbiamo consigliato agli archeologi di far gli archeologi e smettere i pistolotti archeologico-politico-patriottici, dei quali troppo si erano cominciati a dilettare;

e così abbiamo consigliato a ciascuno di continuare, fino a quando gli era consentito, il proprio mestiere;

e ciò abbiamo consigliato a noi stessi, e abbiamo procurato di seguire l’interno consiglio.

In tutto questo non pare che sia nulla di scandaloso, e molto meno di ridicolo.

Dopo la guerra, facendo tra gli altri bilanci anche il bilancio intellettuale, se qualcosa dovrà segnarsi nella partita dell’attivo, in questo qualcosa noi avremo avuto la nostra parte, e da ciò trarremo legittimo compiacimento.

Ma sopra un altro punto insistemmo sin dal principio: sulla ferma difesa da opporre costantemente contro cosa che è peggiore della depressione e dell’ozio mentale, perché non trascura solamente e lascia deperire quanto si era prodotto di bene e di utile, ma direttamente lo attacca e corrompe, e uccide perfino i germi dormenti delle messi future.