Voci della Grande Guerra

L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra Frase: #17

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AutoreCroce, Benedetto
Professione AutoreIntellettuale, filosofo, storico
EditoreLaterza
LuogoBari
Data1950
Genere TestualeSaggio
BibliotecaBiblioteca di Area Giuridico Politologica "Circolo Giuridico" dell'Università di Siena
N Pagine Tot358
N Pagine Pref
N Pagine Txt358
Parti Gold207-226 (20)
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

«Plus la guerre se prolonge, et plus l’avenir intellectuel de l’Europe me semble menacé.

Je ne crois pas que beaucoup de personnes aient jusqu’ici reconnu ce danger d’une longue dépression scientifique».

Le riviste letterarie e scientifiche delle varie parti d’Europa recano, quasi in ogni fascicolo, nomi di loro collaboratori, morti in guerra;

e innumerevoli altri giovani, che erano o avviati o già bene innanzi nell’esercizio degli studî, ne sono stati da più anni bruscamente distolti nel periodo più delicato della loro formazione intellettuale, ed assegnati a un lavoro affatto diverso;

e se, tra quelli che un giorno pur torneranno alla vita civile, i più gagliardi di spirito non solo potranno rifarsi abbastanza rapidamente della lunga interruzione, ma sapranno anche trarne motivi di nuovo ed originale vigore, è da temere che i molti, i meno forti, ma tuttavia indispensabili alla cultura generale, saranno irremissibilmente sviati o avviati ad altri più umili o più pratici modi di vita.

Né teniamo conto delle previsioni (che speriamo restino previsioni), fatte da parecchi osservatori e ricercatori sulla disabitudine che la guerra odierna sarà per produrre nell’iniziativa morale e mentale, che la vita civile quotidianamente richiede ed eccita, e sulla difficoltà, e talora l’impossibilità, del riadattamento.

Ma, intanto, quasi peggiore è la condizione di coloro che sono rimasti a casa, frementi per le fortune delle loro patrie, tesi nell’ansia per la sorte dei loro cari o straziati per le perdite sofferte, turbati o impediti nella loro attività consueta, ricondotti in ogni istante al pensiero della guerra, e non udendo per anni ed anni parlare d’altro e non d’altro parlando.