Voci della Grande Guerra

L’Italia dal 1914 al 1918: pagine sulla guerra Frase: #9

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AutoreCroce, Benedetto
Professione AutoreIntellettuale, filosofo, storico
EditoreLaterza
LuogoBari
Data1950
Genere TestualeSaggio
BibliotecaBiblioteca di Area Giuridico Politologica "Circolo Giuridico" dell'Università di Siena
N Pagine Tot358
N Pagine Pref
N Pagine Txt358
Parti Gold207-226 (20)
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza2/3
Copyright

Contenuto

Parola che sonò agli orecchi di molti come stravaganza o blasfema;

ed era invece pensiero ponderato, mosso da buona antiveggenza.

Chi manifestò quel proposito, non ha alcun ritegno di confessare, che con esso provvedeva anzitutto a un bisogno di salvazione personale;

perché egli misurò con l’immaginazione la lunghezza e lentezza della guerra, e si vide non combattente, non certo ministro e nemmeno coadiutore dei ministri degli esteri e delle armi e degli approvvigionamenti, in preda alla tortura di chi sta a guardare e vorrebbe e non può indirizzare gli avvenimenti secondo la sua brama e affrettarne la conclusione, e provantesi in opere più o meno inutili e in ogni caso non conformi alla propria capacità e preparazione, e disperdentesi in esclamazioni, invocazioni, previsioni e altri sterili discorsi, quinta ruota del carro, e, nello stridore della ruota che non aiuta ma impaccia, consumante le proprie forze intellettuali e volitive, sì da uscirne distrutto.

Onde ad amici che tennero diversa via e avevano probabilmente da natura l’attitudine e la resistenza fisica che a lui mancava, i quali lo esortarono in privato e in pubblico a «fare il suo dovere», cioè a oratorizzare e agitarsi come essi, rispose sempre rifiutando, con lo stesso «orrore del vuoto» con cui avrebbe risposto a chi lo avesse invitato a gettarsi a capo in giù da una finestra del quarto piano.

Ma, con altrettanta verità, deve affermare che la sua sollecitudine e cautela individuale si legava a una sollecitudine e cautela d’interesse generale, perché egli vedeva e vede, con grave sentimento, ciò che è successo e sta succedendo in ltalia, e in qualche altra parte d’Europa forse assai più che in Italia: la sospensione quasi completa di ogni vita intellettuale, critica e scientifica.

Ricordando i molteplici sforzi, le sottili industrie, gli aspri travagli, le pazienti attese, che costa il formare in un popolo o in una epoca alcuni centri e avviamenti di cultura, non si può non rimanere pensosi innanzi alla devastazione che, anche per questa parte, si è largamente compiuta;