Lettere al re: 1914-1918 Frase: #135
Autore | |
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Professione Autore | |
Editore | Editori riuniti |
Luogo | Roma |
Data | 1973 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 166 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 166 |
Parti Gold | [81-111] [64-80] [112-166] |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 3/3 |
Copyright | No |
Contenuto
EspandiNoi non vogliamo la guerra:
[ Milano, 4 febbraio 1915 ]
Permettete, Sire, che interpreti con queste righe l’unanime pensiero del partito dell’ordine della Metropoli Lombarda e che a nome di cotesto partito vi dica schiettamente:
Noi non vogliamo la guerra:
I nostri Padri l’hanno combattuta un giorno contro l’Austria ma hanno trovato opportuno di stringere con essa un’alleanza che procacciasse al nostro paese tranquillità e sicurezza.
I nostri Padri hanno fatto l’Italia ma i figli loro non devono disfarla:
Solo ieri ci risollevavamo dai disagi passati ed oggi ci vorrebbero slanciare in un caos di incertezze impedendo all’Italia di progredire nella vittoriosa via della neutralità che sarà la sua grandezza, ci vorrebbero spingere in uno strascico infinito di lotte ed inimicizie.
Se il vostro governo sarà tanto abile di procacciarsi dei compensi senza spargimento di sangue tanto meglio ma non sdrucciolate troppo nel pericoloso gioco della minaccia, non mettete nelle vostre pagine di politica equilibrata e serena il terribile mea-culpa d’aver dato la guerra all’Italia e la guerra colle alleate.
Non sacrificate un’ecatombe di vite fiorenti per una piccola terra irredenta:
Per salvare quei fratelli noi non dobbiamo esporci a perderne il doppio, il triplo:
Poiché voi lo sapete meglio di noi che cosa significhi una guerra nel Trentino, com’esso sia imprendibile colle sue giogaie fortificate e contro le quali non serviranno truppe numerose e fresche (non è questione di soldati) eppoi come se non bastasse non s’impaurisce il fantasma che s’erge dietro lo sfondo delle montagne il fantasma della Germania...
Eppoi siete voi sicuro che la maggioranza dei Trentini aspiri realmente a diventar italiana:
Oggi le piccole contesse S... di Trento facevano in una scuola di Torino delle palline tricolori e le calpestavano, ieri un’esercente ci diceva chiaramente che preferisce l’Austria perché le imposte vi sono meno alte...
Ah no, mille volte no:
Il sacro egoismo per l’Italia rifulge nel pensare ai suoi interessi e a non trascinarla nell’immane flagello indegno d’un popolo civile.
Roma insegni alle genti:
Non spargete il latin sangue gentile per accontentare il misero numero dei guerrafondai:
essi vogliono la guerra per la guerra, per soddisfare le loro losche imprese:
Oh: troverete degli aspiranti alla guerra nello stato maggiore, fra generali di cui non oso dire il nome ma essi hanno speso la loro vita a concretar progetti di guerra e non vedono l’ora di attuarli.
Ieri (potrei sempre far nomi) un generale predicava la guerra e poi s’informava dell’indennità che gli spettava per l’entrata in campagna.
Ma parlate agl’ufficiali, ai soldati e sentirete quanto riesce loro ostica questa guerra.
Agli ufficiali poi che hanno a che fare con richiamati della peggior specie con tenenti promossi ieri.
Sfatate una buona volta quel pregiudizio sparso a bella posta che se il Trentino non sarà annesso all’Italia avremo la rivoluzione.
La faremo noi la rivoluzione se ci trascinate alla guerra, noi, conservatori sudditi fedeli della monarchia, noi che siamo numerosi, numerosissimi ma che abbiamo il torto di non scendere in pubblico a far valere i nostri interessi...
Due guerrafondai che strillano sembrano legione...
Noi conosciamo le aspirazioni del nostro popolo lombardo, non vuole la guerra la migliore colta società di Milano, non la vuole il popolo e notate il pregio altissimo di questo grido che parte da una città dove un giorno più si esplicò la tirannia austriaca:
non trascinateci in questa pericolosa avventura, non giocate il patrimonio dei vostri Figli, credendo di migliorarlo...
Eppoi vi prego imponete una buona volta silenzio al nostro foglio milanese al Corriere.
Tutti tutti qui lo disapprovano ma nessuno ha voce in capitolo:
la nomina a Senatore è stato davvero opportuna:
Non è più astuzia è una vergognosa stucchevole litania contro l’Austria e la Germania in tutte le salse che ormai sappiamo a memoria.
Se è vero che è una burla intesa per impaurir l’Austria guardate di non essere burlati.
Un conservatore
Se non intendete con le buone...
[..., 6 febbraio 1915 ]
Caro vengo per l’ultima volta avendola avvertita dell’altre volte se lei fa guerra che non ripara a richiamare classe che noi italiani non la vogliamo e non abbiamo bisogno di guerra ma se poi continua a prendere uomini peggio sarà per lei e per quelli i quali decidono la guerra assoluto potete prepararvi a fare una brutta morte perché ora neppure il Dio non sarà capace di salvarvi dunque se non intendete con le buone intendete con le cattive e vi pentirete quando non ci sarà più tempo creder voglio che avrà capito però faccio sentire questa lettera a quelli che vogliono la guerra così almeno moriranno avvertiti se poi non ci fosse la guerra può stare bene sicura e passeggiare dove a lei fa piacere e non sarà noiato.
con saluto
Fate armiamoci e partite...
[ Patti (Messina), marzo 1915 ]
A voi come il padre di famiglia che sorreggete il vostro e il nostro bene ci affidiamo alla vostra persona degna di ogni cosa di non partecipare alle leggi che ci minacciano.
Ne siate assieme con i vostri deputati benevoli e compassionevoli a noi popoli, e non votate a favore dell’immane conflitto Europeo, perché noi ne siamo ben stanchi della guerra di Tripoli, e delle tasse di questo infame governo che sorregge, guai a voi se uscirete dalla vostra ben sicura neutralità, non state a consumare tanti Padri e Madri di famiglia per un vostro capriccio, perché a conti fatti mi pare che voi tutti che siete al potere insieme al nostro Regnante... fate armiamoci e partite, se volete la guerra andate tutti voi, e non fate sacrificare tanti poveri figli che li conducete al macello, perché se avete cuore di un Padre che sapete governare pensate quanti sagrilegi e famiglia all’elemosina, che voi tutti l’accordate son morti per la Patria, bel regalo, questo.
Per farvelo sapere vi scriviamo la presente siamo un gruppo di concedati che abbiamo fatto ben 15 mesi di guerra a Tripoli;
e in caso di un eventuale richiamo sull’immane conflitto con la nostra propaganda e con le nostre forze noi saremo i primi a tirare alle spalle dei nostri ufficiali.
Lasciateci in pace una buona volta se volete la guerra andate voi che fate tutto col vostro piacere.
Ne siamo stanchi del Governo Italiano.
A voi il vostro saper fare su il bene del popolo e sulle classi lavoratrici.
Noi un gruppo di concedati che facciamo parte del socialismo ci affidiamo alla vostra coscienza.
Verità
Prima della guerra verrà la rivoluzione...
[ Roma, 3 aprile 1915 ]
A sua M. il Re
Le scrivo questo per un avertimento, perché una persona avertita...
Se per disgrazia l’Italia andrà in guerra e che io povera madre vedova sia privata del mio uno sostegno e di mio Fratello che è quello che mantiene la mia povera mamma le assicuro che la vita di S.M. il Re e i membri della sua Famiglia sarà una ben dura sorte li atende — perché la maledizione di tutte le madri Itagliane cadrà sul loro capo come fulmine dal cielo, credo che la guerra non verrà perché prima della guerra verrà la Rivoluzione che qua in Italia ne abbiamo molto bisogno che cosi si potrà sgradicare quella maledetta Casa Savoia che più disventure per Italia non porta, e con loro tutti i ministri che più di Ladroni non sono.
Attenti che i cannoni fatti nuovi non abbiamo da provarli contro il Quirinale perché anche i soldati ne anno abbastanza di essere tratati come bestie.
Anno ragione a venirti dire che sotto casa Savoia si sta peggio che in casa del boia.
Venissero i Thedeschi qua così starà un po’più bene che sotto Vittorio.
Il fuoco... contro chi lo ordina
[ Padova, 20 aprile 1915 ]
Eggreggio assasino
in questi giorni noi della classe 91 stiamo per riprendere le armi...
stà bene...
accetiamo...
L’ordine del giorno votato unanimi dal nostra associazione il giorno 19 è questo...
accetare...
saremo pronti per la nostra causa...
ma ricorda che il giorno in cui i nostri superiori ordinerà il fuoco ora sì accetiamo pur quella...
ma contro chi lo ordina...
A noi non interessa ne la morte ne il patibolo
ricordalo viliacco.
un gruppo di anarchici
È giunto il momento di parlarci chiaro
[ Legnago, 24 aprile 1915 ]
Vittorio Emanuele III
è giunto il momento di parlarci chiaro:
visto la grande preparazione militare siamo ormai certi che ci trascinerete in una guerra, che porterà la morte a chissà quanti giovani, e il dolore a innumerevoli madri …
Ascoltate pure con fiducia quelle belve (rappresentanti questa infelice Italia) che vi circondano... più quei delinquenti interventisti...
Badate invece che ci siamo anche noi, sì noi, che abbiamo un cuore d’agnello...
noi non ve lo permettiamo, e non permetteremo mai che facciate la guerra...
La volerete:...
e noi vi faremo fare la fine dell’incosciente vostro padre.
Siamo ormai decisi...
Se avete cara la vita, evitate questo macello, e ci risparmierete tanti dolori.
Mostri al re come dovrebbe fare il re
[ Genova, aprile 1915 ]
Ben venga il re a Genova il 5 maggio...
Non occorre prenda il biglietto di ritorno.
Colui che si accinge a tradire i patti, colui che vuole sacrificare l’Italia per servire l’Inghilterra e Francia merita il massimo dei castighi.
Ci pensi, e nella sua coscienza ci darà ragione.
Vogliamo la pace perché non abbiamo ragione d’intervenire in un conflitto voluto dallo spavaldo Poincaré e dalla insaziabile Inghilterra, la quale vuole, pretende che gli Italiani sostituiscano i beduini che non trova più.
Poveri Italiani, quale parte tocca:...
Ha letto il Cittadino di ieri mercoledì, quella lettera che spiega perché i Garibaldini furono sciolti:
E il re ha ricevuto quel bel mobile... di Peppino.
Legga, legga, e mostri al re come dovrebbe fare il re.
E’un vero peccato che al governo non vi sia più Giolitti.
Avremmo la pace sicura e non perderemmo il credito e la dignità.
Ma non pensa il re che cosa dovrà dire di lui la storia:
Ma non teme d’essere chiamato re traditore, o re maramaldo:
Comprendiamo che occorre forza per resistere alla piazza, ma ben sa che non è la piazza che dovrebbe comandare.
Dio salvi l’Italia, Dio voglia che il re non macchia il suo regno.
W Giolitti.
W l’Italia.
W la neutralità.
Abbasso la massoneria che vuol la guerra non per il bene d’Italia, ma per aiutare la Francia del Manuba.
Qui si è perso il cervello
[ Firenze, 18 maggio 1915 ]
Maestà
dal momento che si riunì l’Italia vi entrò la maledizione ed era più stimata una piccola repubblica che oggi tutta l’Italia.
Noi si è visto che se ne è buscato da tutti e si è avuto ossi e si è comprato a caro prezzo tutti ossi.
Menelicche ci macellò, ci prese tutte le armi e ci è costato e ci costa un tesoro, per avere il primo osso.
Il secondo osso ci è costato miliardi per avere un poco di rena.
Ora si vorrebbe altro più osso duro quattro sassi e bastonati ossia macellati come nel 1866, che erano 300.000 contro 100.000 Austriaci e ce le diedero per mare e per terra (Legga la storia).
Infine i nostri ministri ci hanno ridotto alla fame ignudi a dormire da vere bestie.
Quando era tempo di comprare il grano a poco che facevano (Bolino:).
Quando si condanneranno i ladri del palazzo di Grazia Ingiustizia:
e Ferri quando sconta 14 mesi di carcere che fu condannato:
Ora spacconi volete la guerra:
per macellare i nostri figli:
perché non imitate la Spagna la Svizzera ecc. ecc.
A si volete ancora un osso.
La guerra si deve fare ma civile che non deve esser macellati solo i nostri figli ma tutti vecchi, giovani donne ecc.
Andate voi e i vostri ministri.
Ah: fate come nell’Eritrea e Libia armiamoci e fatevi macellare, a noi ci basta sentire le notizie nei giornali pagati.
Invece di far guerra cercate di levare tante tasse vergognose che sono vere aggressioni.
Ah Italia impazzita affamata e schiava.
Qui ci vuole la rivoluzione e vero che avete fucili cannoni ecc.
Noi abbiamo i tetti e se poi ne dovrà morire un 100.000 pazienza e voi non ne vorreste far macellare un milione:
per pigliare il terzo osso:
ad un povero ammalato.
Vili.
Come sempre avete voglia di pagare i giornali, la gente non gli crede più anzi più s’indigna sapendo che quello che vi costa la stampa esce tutto al povero.
Il ricco si rifà sempre.
Vili andate a tormentate un infermo:
ma benché infermo vi farà come nel 1866.
Dalla gente seria non si parla per i caffè ed ogni altro ritrovo che così non si può andare e le donne vecchie ecc. sono i più accaniti tutt’al più ci sarà quatro scapati e ladri che vogliono guerra.
Non sentite che per tutto si voca Viva l’Austria:
Perdio qui si è perso il cervello...
si vuole ad ogni costo la rivoluzione.
Questa guerra sarà contro di voi...
[..., maggio 1915 ]
A Sua Maestà Vitt. Emanuele III, a S. E. Salandra Sonnino e compagnia.
Armateci pure o uomini sanguinari che l’ora della riscossa è suonata anche per noi.
Forse la guerra che voi ad ogni costo volete sarà il principio di quanto il nostro cuore desidera, e senza forse quello che voi presentemente fate passare alle nostre moglie ai nostri bimbi state certi che a goccia a pelo per pelo vogliamo farvelo passare per voi e ai pari vostri.
Noi per ora non avremo la forza di trattenere la corsa sfrenata a una guerra di aggressione che voi volete a ogni costo fare, e così pure lo abbiamo giurato sul nostro misero focolare, quanto ci fate passare a noi ne avrete a breve scadenza altrettanto.
Ricordatevi o uomini lordi di sangue che lo abbiamo giurato...
sì lo abbiamo giurato...
Forse moriremo in guerra come potrà essere benissimo che moriremo per un’altra guerra più terribile di questa, ma questa guerra sarà contro di voi e a tutti i pari vostri.
Vogliamo a uno a uno estirpare la vostra razza, vogliamo a uno a uno farvi morire a lento fuoco e farvi soffrire sino all’ultimo respiro.
Fra pochi giorni ne avrete l’esempio:
Seguono le firme di uomini di donne e di bambini che saranno allevati contro di voi.
Vi maledico o briganti e assassini e arrivederci presto nel giorno della vendetta.
seguono le firme
Chi è:
il primo
Il popolo potrà leggere sentenza...
[ Genova, maggio 1915 ]
Maesta
il flagello, la distruzione, la miseria, la maledizione dei colpevoli, saranno l’avvenire dell’Italia se verrà travolta in questa orrenda guerra, scongiurata dal popolo italiano, voluta dal vagabondaggio che in tutti i tempi ferisce ed aggredisce il libero cittadino.
La sentenza di un miglione di famiglie si compierà sotto la responsabilità di S.M. e con ugual diritto il popolo potrà leggere sentenza al proprio Re.
Se accadrà, S.M. non dubiti di chi lo circonda, ma bensì delle onde dell’aria che dovrà respirare.
All’insaputa del popolo stesso io saprò punire i colpevoli tutti.
«Il potere è misurato, ma la intelligenza non ha limiti»
Un cittadino
In nome del Signore Onnipotente
[..., Maggio 1915 ]
[ Alla casa reale ]
Avvertite il re che se dichiarerà la guerra noi uccideremo lui, sua moglie, sua madre, i suoi figli, i suoi parenti, i suoi ministri e le loro famiglie e tutti i grossi personaggi che riterremo responsabili in qualunque modo.
Li uccideremo l’indomani, dopo un mese, dopo un anno, due anni, quando meno l’aspettano, come meno se lo sognano.
Certo non scamperanno alla morte perché ne andrebbe della vita nostra e dei nostri figli.
E avvertitelo subito e in modo sicuro per non avere il rimorso di non averlo fatto bene.
In nome del Signore Onnipotente.
Amen.