Voci della Grande Guerra

Soldati e prigionieri italiani nella grande guerra Frase: #40

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Autore
Professione Autore
EditoreBollati Boringhieri
LuogoTorino
Data2000
Genere TestualeLettere
BibliotecaBiblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena
N Pagine Tot528
N Pagine Pref
N Pagine Txt528
Parti Gold401-520
Digitalizzato OrigNo
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Per questo muoiono molti soldati, specialmente per la fame, perché si ammalano per debolezza, e spero che la Madonna mi faccia la grazia di farmi ritornare in Italia, il morire dopo non mi fa più niente Ogni volta che arriva un pacco facciamo una grande festa e ci serve per tirare avanti alla meglio, che quà non si vede altro che fame Da Csòt bei Papa (Ungheria) A Zona di guerra 18.

3.

1918 Finalmente dopo una lunga e penosa malattia solo ora ti posso notificare di mia misera e tribolata salute...

mi trovo in Austria dal 28 Ottobre 1917; puoi immaginare cosa non ho provato e quello che mi tocchera provare...

ti prego di fare il possibile di farmi avere qualche pacco di pane, o farina, riso, lardo, ti prego caro fratello, fa il possibile e quanto prima, che già da tempo soffro di tutto abbastanza — io temo di non più rivedersi, troppi sono i patimenti, se vedessi come son ridotto, povero me ti prego caro fratello, che la fame mi tormenta, ti prego e poi ti prego, guardate in tutti di fare qualche cosa che io non sono più uomodunque di nuovo mi inchino dinanzi pregandoti di tutto ciò, pane che ho famecarissimo, tu nemmeno puoi immaginarti quanto qui si soffre del tutto Da Otoshniya (Ungheria) A Cuasso al Monte (Varese) 25.

3.

1918 perché qui se non arriva qualche pacco si deve smarrire (morire); per forza perché oramai noi poveri prigionieri siamo tutti rovinati, già del mio gruppo qualcuno già muore dalla sfinitezza.