Lettere di combattenti italiani nella grande Guerra (vol.2) Frase: #86
Autore | |
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Professione Autore | |
Editore | Edizioni Roma |
Luogo | Roma |
Data | 1935 |
Genere Testuale | Lettere |
Biblioteca | Biblioteca di Area Umanistica dell'Università di Siena |
N Pagine Tot | 241 |
N Pagine Pref | |
N Pagine Txt | 241 |
Parti Gold | 7-46 |
Digitalizzato Orig | No |
Rilevanza | 2/3 |
Copyright | Sì |
Contenuto
Qualunque cosa di me avvenga, vi raccomando di essere di conforto ai miei genitori....
Tra queste vette inospitali a cui si sta aggrappati solo per tenace volontà, è unico conforto il poter conversare per iscritto con chi da lontano pure pensa a noi e condivide moralmente le nostre pene.
Il nemico, la montagna, la neve, tutto ci insidia.
In sei mesi di guerra la protezione di Dio troppo palesemente mi ha seguito; sono state le preghiere dei miei adorati genitori, quelle del mio santo Gianni, le tue, quelle di cento persone che mi amano tanto e che mi hanno fatto scudo in cento pericoli.
Accanto a me sono rimasti morti o feriti colleghi e soldati;
pure io per volere supremo sono sfuggito alla morte.
Fui ferito discretamente in più punti; alla mano sinistra ed all’anca da una bombarda austriaca, ma non ho creduto abbandonare la linea, non per un senso di ostentato coraggio, ma per non spaventare i santi miei genitori già troppo angosciati, poichè la mia corrispondenza avrebbe palesato subito la mia presenza in un ospedale.