Voci della Grande Guerra

Le scarpe al sole: cronaca di gaie e tristi avventure d’alpini, di muli e di vino Frase: #528

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AutoreMonelli, Paolo
Professione AutoreScrittore, giornalista
EditoreL. Cappelli
LuogoBologna
Data1921
Genere TestualeMemorie
BibliotecaThe University of Connecticut Libraries (Internet Archive)
N Pagine Tot227
N Pagine Pref
N Pagine Txt227
Parti Gold[122-131] [1-121] [132-229]
Digitalizzato Orig
Rilevanza3/3
Copyright

Contenuto

Non siete morti ancora, morti nostri che avete messo le scarpe al sole durante la pattuglia, e nemmeno il tempo di dire al compagno che badava ai fatti suoi — saludame la me vecia.

Quando su questa valle allegra rifioriranno le rose e s’avvicenderanno i raccolti e vendemmieranno ragazze bionde le vigne, quando il contadino cingerà di siepi spinose il suo campicello disfacendo i reticolati laboriosi, allora sì, nel camposanto bianco sarete ben morti, così dimenticati da nuovi prepotenti viventi, così lontani dagli altri morti della famiglia.

Oggi v’aspetta a rapporto il capitano che abbiamo portato giù stroncato dalla bomba il giorno di settembre.

La sua lapide non è lontana, nel cimitero di Strigno, con le sue parole semplici e conscie.

«Al capitano Fausto Bianchi morto combattendo gli alpini».

E dite al capitano che la sua compagnia è sempre quella, e scatta, e nessuno ha paura, se venga su il suo numero, di andare a raggiungerlo dove s’è già avviato sereno.

Non siete morti ancora, oggi.