Voci della Grande Guerra

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1921, Cadorna vol. I, pp. 27-39
Cadorna, Luigi
1921
La guerra alla fronte italiana fino all’arresto sulla linea della Piave e del Grappa: 24 maggio 1915-9 novembre 1917 vol. 1
57ma essi erano molecole, per quanto numerose, ancora disgregate, epperò incapaci di imporsi all’Italia ufficiale e tradizionale, prodotto e rappresentante delle vecchie forze dissolvitrici.
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58Ma ciò che non ha potuto avvenire prima della guerra e nell’immediato dopo guerra, dovrà accadere poi, poichè questa gioventù sulla quale è caduto il peso principale della guerra, che ha strenuamente combattuto coll’ideale di una grande Italia, e che ha rappresentato le virtù di valore e di sacrificio del popolo italiano, ha certo maggior diritto di governarla che non la decrepitezza fisica o morale che è stata fino ad ora troppo spesso prediletta nelle sfere del potere.
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59Appunto da questa gioventù, rappresentante delle rinnovate energie nazionali, in seguito al disastro, è partita la reazione che ha determinato l’arresto del nemico, già vittorioso, sulla Piave.
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60Dalla medesima gioventù debbono venire le grandi idee inspiratrici ed animatrici della Nazione, senza delle quali non vi può essere un popolo forte: forte nello sviluppo, forte nella resistenza contro l’imperversare delle procelle.
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61Poichè queste idee non possono germogliare nella morta gora dello scetticismo, delle ipocrisie, degli opportunismi e di tutte le scorie dei secoli della servitù;
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62ma solo allignano laddove si accende la fiamma interiore dei grandi ideali, ed è tenuto in sommo pregio il carattere, fondamento del quale è quello spirito di verità, che ad ogni passo vien predicato dal misconosciuto Vangelo.
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63«Affermiamo (ha giustamente scritto il grande poeta polacco Mikievicz nel libro Gli Slavi), affermiamo che l’uomo il quale, per sua sventura, ha soffocato nell’orgoglio e lasciato spegnere nell’apatia questa fiamma interiore, l’uomo che non è più sensibile a ciò che è alto e generoso, è incapace di libertà.
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64Caricatelo di ogni sorta di carte costituzionali:
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65sarà sempre uno schiavo.»
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66Solo adunque alla condizione di risvegliare questa fiamma interiore, la nostra terra potrà tradurre ancora una volta in realtà le fatidiche parole di Niccolò Macchiavelli, che essa «pare nata per risuscitare le cose morte.»
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67Il regime costituzionale, importato dall’Inghilterra ove è nato, e dove ha trovato per lunghi secoli un terreno adatto per prosperare e svilupparsi, è in teoria, un regime perfetto, e lo sarebbe anche nella pratica se si riuscisse a mantenere l’armonico funzionamento dei vari poteri, rimanendo ciascuno nell’orbita che dalla costituzione gli è assegnata, e conservando, per conseguenza, l’equilibrio dell’intero sistema.
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68Ma se, per il naturale corrompersi di tutte le istituzioni umane, avvenga che il potere sovrano sia, a poco a poco diminuito nelle facoltà conferitegli dallo Statuto, che la Camera elettiva prenda il sopravvento su quella vitalizia (dove pur si trovano le più alte competenze in ogni ramo) e diventi onnipotente facendosi arbitra assoluta della sorte dei Ministeri, pur essendo schiava delle clientele elettorali e degli interessi locali, a scapito di quelli nazionali;
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69se, tutto ciò accade, evidentemente l’equilibrio del sistema si rompe e ne nasce quella degenerazione che si suol chiamare parlamentarismo, deplorata da cinquant’anni e che, con moto accelerato, è sempre andata aggravandosi, specialmente dopo la così detta rivoluzione parlamentare del 18 marzo 1876.
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70Nè, tale onnipotenza può essere scusata col dire che la Camera rappresenta la Nazione, poichè tale finzione costituzionale è spesso contraddetta dal fatto, dal divario cioè tra le manifestazioni dell’opinione pubblica e quelle della Camera:
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71troppe prove evidenti ne abbiamo avute, specialmente allo scoppio della guerra e durante la medesima.
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72Mi diceva un esimio scrittore francese che se si fermassero le prime 600 persone che passassero per uno qualunque dei ponti della Senna, esse rappresenterebbero molto meglio la Francia dei 600 del Palazzo Borbone.
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73Non sarebbe andato molto lontano dal vero, io credo, chi avesse applicate queste parole ai ponti del Tevere:
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74Non istarò a discorrere delle conseguenze che la degenerazione del regime costituzionale ha avuto:
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75tutti le conoscono.
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Cadorna, Luigi
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76Questo libro è dedicato alla guerra, e solo di ciò che sullo svolgimento della medesima ha avuto effetto io mi occupo.